I femminicidi purtroppo stanno raggiungendo numeri sempre più elevati e considerata anche la particolare atrocità dell’ultimo caso di Senago, ritengo assolutamente valida la proposta di considerare un duplice omicidio casi similari a quello della povera Giulia Tramontano, uccisa con il suo bambino di sette mesi in grembo.

La proposta non intacca nè mette in discussione minimamente la legge sull’aborto: se con la legge attuale viene considerato omicidio (quello di Giulia) e procurato aborto (la morte del piccolo), per incrementare la lotta contro il femminicidio sarebbe un segnale importante, ora al vaglio anche dei due misteri competenti e del Ministro delle Pari Opportunità Eugenia Roccella, quello di considerare un eventuale assassinio di una madre in stato interessante da più di tre mesi di gestazione un duplice omicidio. Il periodo di riferimento dei 90 giorni è proprio quello che, secondo la legge sull’aborto, permette l’interruzione legale della gravidanza (salvo casi accezionali per i quali può essere interrotta anche in un secondo momento).
Tale misura, insieme ad altre come l’incremento dell’uso del braccialetto elettronico,  darebbe un segnale importante di una risposta decisa delle istituzioni per cercare di mettere fine  – o quanto meno limitare – quella che sta diventando una vera e propria strage. Basti pensare che dall’inizio dell’anno a oggi, sono già 47 le donne uccise, 39 delle quali per mano di fidanzati o mariti e negli anni i casi di omicidio di donne in gestazione non sono stati purtroppo rari. 
Inoltre la stessa Corte di Cassazione sta rivalutando negli ultimi anni il fatto secondo cui un bambino non possa essere considerato ‘persona’ finché non raggiunge la piena autonomia: un segnale importante non solo dal punto di vista giuridico, ma anche per dimostrare che lo stato farà tutto il possibile per limitare i femminicidi. E’ veramente arrivato il momento di dispiegare ogni iniziativa per dire basta.


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